Sabato scorso presso il Parco Urbano Maggiore La Rosa di Barcellona Pozzo di Gotto è stato presentato il romanzo di esordio di Leonardo Mercadante, giovane drammaturgo barcellonese, dal titolo Per chi vive sulle tartarughe, pubblicato dalla casa editrice Smasher. Ad aprire i lavori l’assessore alla cultura Angelita Pino, che riguardo all’opera si è così espressa “Siamo quì per presentare l’ultimo nato della casa editrice Smasher romanzo d’esordio di questo giovane talentuoso barcellonese, fantasioso e suggestiva allo stesso tempo, perché attraverso una narrazione densa di personaggi fantastici, strani animali e umani magici, alla fine ci consegna una metafora sulla vita molto importante, che induce il lettore alla riflessione su temi e questioni che tutto sono tranne che immaginari, come ad esempio la dilagante omologazione di cui noi siamo tutti vittime, o ancora l’incapacità attuale di riflettere di porsi domande e questo romanzo alla fine ci consegna un messaggio di speranza. Finché riusciremo a instaurare dei legami forti, dei legami saldi, portando avanti i principi della fratellanza nulla andrà perduto.
A dialogare con l’autore è stata l’editrice. Giulia Carmen Fasolo che in poche semplici domande ha sviscerato le tematiche del romanzo.
Protagonista è Dino, un bambino di 5 anni che sta vivendo in quell’età in cui frullano tante domande esistenziali in testa che però non trovano risposte dagli adulti con i quali si rapportano. E allora inventa un mondo fantastico, tutto suo, nel quale trova i suoi nuovi amici, dai quali potrà finalmente avere tutte le risposte alle sue domande.
Da qui la prima domanda della serata. Come nasce Dino nella tua testa.
A questo punto l’autore prima ancora di rispondere a questa domanda invita il pubblico a tornare indietro nel tempo e precisamente all’età di 5 anni, età in cui il bambino non è ancora scolarizzato, ma possiede ugualmente capacità cognitive sviluppate e comincia a fare associazioni. È lì che si trova la sua visione del mondo, e inizia a creare la sua unica cosmogonia che non è altro quella che quella branca del sapere che si occupa di come è nato l’Universo e alla fine ognuno di noi trova il suo Universo personale. Io ho cercato di fare l’archeologia della visione del mondo circostante, quindi ho cercato di portare il lettore a scoprire e riscoprire la sua primordiale visione del mondo in questo libro.
Ci sono diversi personaggi alcuni umani altri non umani, ma comunque fantastici. Uno che potrebbe sembrare secondario, ma che invece svolge un ruolo molto importante. E il pappagallo Vinicio che viene scelto da Dino come confidente, o comunque come colui che potrebbe dare delle risposte.
È brutto darsi delle risposte da solo perché si rimane sempre nell’incertezza. E allora la cosa che ho visto fare a tantissimi bambini è crearsi un Alter Ego che potesse dare quelle risposte che tu da solo non riesci a darti, perché nella vita hai sempre bisogno di qualcuno che ti dia delle direttive non perché tu non ne sia capace, bensì per non sentirsi perduti e soli anche nella domanda. E quindi la creazione di questo pappagallo, non è altro che darsi semplicemente aiuto trovando qualcun altro con il quale rapportarsi anche un semplice pappagallo di peluche.
Perché sono le tartarughe che reggono il mondo?
Qui c’è qualcosa di mio. Io, all’età di Dino in questo romanzo, avevo un libro di miti e leggende che parlava anche di cosmogonia, cioè parlava della mitologia riguardante la creazione del mondo. Uno di questi era un mito nordamericano che affermava che il mondo non è altro che terra, acqua e sopra una tartaruga. In realtà questo titolo è nato perché io ho cominciato a inseguire questa idea. Le tartarughe mi hanno sempre affascinato e quando ero piccolo. Era uno degli animali che apprezzavo di più perché è l’unico animale dotato di una casa. Cioè lei poteva girare il mondo e anche rifugiarsi in caso di pericolo o di situazioni climatiche avverse; però non ci si può proteggere per sempre. perché così facendo non si affronta mai il problema.
Vinicio questo personaggio apparentemente menefreghista, ma obbediente, così giocherellone, un po’ bambino e un po’ no sembra che sia insieme a Dino il co-protagonista del tuo romanzo
Allora se io penso a Vinicio penso che sia l’ultima persona alla quale vorrei affidare un bambino. Eppure questa persona è assolutamente in grado non soltanto di accudire un bambino e proteggerlo. Noi pensiamo che una creatura Infante si debba sempre proteggere ma è pur vero che si può proteggere fino a un certo punto. Il cercare di stare sempre sicuri attenti a quella cosa che ti fa male non sempre è una cosa positiva. Bisognerebbe sempre affrontare quello che ci fa paura. E sconfiggerlo. E così Se Vinicio aiuta Dino ad affrontare le sue paure, Dino lo aiuta a riscoprire parti belle di sé, che probabilmente lui non mostra nascondendosi dentro al suo guscio.
Neanche dentro al suo cappello?
il cappello di Vinicio può dovrebbe essere Considerato come l’Aleph di Borges o la Trinità di Dante, cioè quella cosa all’interno della quale c’è tutto.
Si può avere tutti gli strumenti. Ma possederli tutti è come non averne nessuno. Vinicio non ha risposte. Anzi ne ha qualcuna che non è per forza quella giusta, perché come tutti si deve aggrappare a qualcosa, come tutti ha un suo punto di vista e ha bisogno di un ideale in cui credere, questo però non si traduce in una condotta sempre e comunque giusta.
Questo è di fatto un romanzo di formazione, in cui i personaggi formano quasi una ditta ma che cos’è la ditta oggi nel mondo reale, cosa rappresenta?
La Ditta oggi nel mondo reale rappresenta l’NBA che preferisce togliere un Tweet piuttosto che affermare che la Cina sta facendo qualcosa di orrendo a Hong Kong. La Ditta è la Cina che sta facendo qualcosa di orrendo a Hong Kong, la Ditta è l’Unione Europea quando smette di preoccuparsi del fatto che c’è un popolo che vorrebbe una nazione, il Kurdistan, e non può averlo perché non fa comodo ad altri. La Ditta e chi guarda l’elefante nella stanza e fa finta di niente. Noi abbiamo la brutta tendenza a volerci esimere dal preoccuparci dando agli altri la responsabilità di scelte che dovrebbero essere nostre. Io penso che la ditta sia tutto ciò che vuole impedirci di avere le nostre responsabilità come individui.
Ora facciamo un escursus sulle figure femminili
Il libro ha un punto di vista maschile. All’interno del libro a figura femminile viene uniformata a quella maschile, perché questa dicotomia vive più nella nostra testa che nella realtà dei fatti. Nella realtà dei fatti l’altra è sempre altro, sia che appartenga al genere femminile o maschile, quindi all’interno del libro ci sono figure femminili positive, figure femminili negative. Ma perché esistono figure positive e figure negative. Un fulgido esempio di ciò è Matilda. Matilda è uno di quei personaggi capace di dare forza agli altri, anche sbagliando.
Tutto ciò è soltanto una piccola anteprima delle esperienze che potrete vivere tra le pagine del romanzo Per chi vive sulle tartarughe di Leonardo Mercadante, un’opera che emozionerà il lettore dalla prima all’ultima pagina,prendendolo per mano e conducendolo, altresì, ad una profonda riflessione sul mondo che ci circonda.