Grande successo di pubblico per la prima edizione del Premio Trinacria Circolare, istituito dal Museo Epicentro, ad opera degli anfitrioni Nino Abbate e Salva Mostaccio, che si è svolta, domenica scorsa nell’incantevole scenario del Museo Epicentro di Gala – Barcellona Pozzo di Gotto. Presentato dalla giornalista Cristina Saja, l’argomento della serata è stato introdotto dal professore Nino Genovese, il quale ha condotto il pubblico nel magico mondo della parola, nata per divulgare conoscenza, oggi purtroppo abusata e logora.
Nel panorama attuale la parola non è più messaggera di un significato univoco ma è ambigua, e fin troppo spesso foriera di messaggi subliminali; messaggi che ti scavano dentro l’anima, ragion per cui quando noi cerchiamo di realizzare un progetto non sempre sappiamo se lo stiamo facendo di nostra iniziativa o perché ci è stato caldamente consigliato, o meglio sussurrato. A questo primo intervento ha avuto seguito la premiazione di sei personalità locali che si sono distinte nel mondo della cultura, a cui sono state consegnate la Trinacria Circolare e la mattonella in terracotta realizzata da Nino Abbate.
Nella rosa dei premiati Valentina Certo, critico d’arte e docente universitaria, nonché autrice dei volumi dal titolo Educare all’immagine e Leggendario Federico II editi da Giambra; Antonio Cilona fotografo pubblicitario barcellonese; Salvatore Cilona attore, regista, drammaturgo, scenografo, barcellonese; Andrea Cristelli architetto barcellonese, e Gina e Nino Pracanica, artisti milazzesi nonché custodi del Castello di Milazzo.
Proprio quest’ultimo ha parlato ampiamente del successo e dell’importanza dell’uomo, in quanto tale. “La cosa speciale è importante nella vita è l’uomo. Che da significato in qualsiasi condizione esso si viene a trovare. Questo è il vero successo. Nella vita di un uomo la libertà si deve trovare in qualsiasi siano le condizioni. E questo deve essere il messaggio che deve arrivare ai giovani – continua l’artista – Io sono l’unico ricercatore in Europa della commedia dell’arte. In pochi mi sostengono, ma tra loro vi è il Museo Sartori, colui che ha inventato la maschera della commedia dell’arte. Noi abbiamo il loro appoggio perché abbiamo realizzato più di 70 personaggi che parlano della cultura nostrana”.
Infine, a chiudere una serata, densa di forti emozioni, la giornalista e docente universitaria Katia Trifirò, che insieme a Nino Abbate, Salva Mostaccio e Cristina Saja ha salutato il pubblico dandogli appuntamento al 25 luglio per il Premio Poesia Circolare.