Stasera, alle ore 21.30, per la rassegna MuMe20OFF, nell’incantevole scenario del giardino del MuMe, avrà luogo lo spettacolo dal titolo Terra di Rosa – Vita di Rosa Balistreri. Scritta, diretta e interpretata da Tiziana Francesca Vaccaro la pièce racconta la vita di Rosa che cantava la terra. Rosa che suo padre le diceva sempre: “i fimmini non cantunu, cantunu sulu i buttani!” Rosa che la sua terra, un giorno, l’ha dovuta lasciare. Rosa tradita, da quella stessa terra. Rosa tra fame e violenza. Rosa tra dolori e abusi. Rosa disperata. Rosa grido di speranza. Rosa di ieri. Rosa di oggi.
Lo spettacolo nasce dall’incontro con Rosa Balistreri, figura decisiva del folk siciliano degli anni ‘70 e racconta la terra di una bambina che diventa donna e che da quella terra sente il bisogno di staccarsi, ma allo stesso tempo non ne può fare a meno. Un’unica terra dalla quale non si parte mai del tutto. Rosa imparerà a leggere e scrivere a ventidue anni per non essere più schiava. Canterà di liberazione e rivoluzione, facendo risuonare il suo canto per tutta la Sicilia, come un urlo. Con la sua voce girerà il mondo, tenendo i piedi sempre ben piantati nella sua terra d’origine, per non perdere mai il contatto con la vita, difficile, aspra, appassionata. E sarà vita non come vermi sotto terra, ma alla luce del sole.
A lei il merito di essere tra i grandi protagonisti della riscoperta della canzone popolare siciliana. Povera e orgogliosa, varcò i confini in cerca di fortuna, imparò a prendere una chitarra in mano e a gridare in faccia a tutti quello che pensava. Cantava nei campi, in mezzo alla terra, sin da piccola Rosa, tra un raccolto e l’altro. Cantava, e il marito la picchiava e gli uomini abusavano di lei. Cantava e cresceva Rosa, nella sua Licata mafiosa e fascista. Una vita sempre in prima linea, senza cedere mai, scontrandosi e pagando di persona, il suo tempo e le sue regole, ma credendo fermamente nell’amore, crudele indispensabile motore di una vita. “Vogliu spaccari, spaccari li cieli pì fari chioviri, chioviri amuri”. Amore per la sua terra bella e amara, in cui le donne dovevano (e devono, purtroppo ancora oggi) restare al loro posto.
Uno spettacolo da non perdere per riscoprire il legame profondo con la propria terra.