È di questi giorni la notizia delle riaperture di teatri e cinema che preannunciano la ripartenza del Paese, dopo i lunghi mesi di chiusura per le nuove ondate pandemiche. A questo riguardo un segnale forte per la ripresa degli eventi culturali arriva dalla Sicilia e in particolare da Taobuk Festival che il 16 aprile c.m, nella persona di Antonella Ferrara, ha espresso la volontà di esserci «vogliamo scommettere sulla rinnovata vitalità delle iniziative culturali e per questo abbiamo confermato oggi le date in presenza di Taobuk, che si svolgerà dal 17 al 21 giugno come sempre a Taormina. Presidieremo con la massima attenzione la sicurezza del pubblico, dei protagonisti e dei lavoratori impegnati nell’organizzazione del Festival: ma è tempo di ripensare il futuro e siamo orgogliosi di poterlo fare in chiave europea e internazionale, com’è vocazione dell’isola di Taormina, al tempo stesso valorizzando le nostre salde radici mediterranee».
Questa, infatti, la nuova prospettiva con cui i promotori guardano alla seconda Conferenza di Taormina e Messina, incastonata nelle date di Taobuk dal 18 al 20 giugno: «l’Europa verticistica di Maastricht, l’Europa che ha umiliato un Paese come la Grecia, va ripensata e riprogettata – ha sottolineato lo storico Luciano Canfora, membro del Comitato scientifico di Taobuk – Serve con tutta evidenza un nuovo patto per l’Europa ed è proprio qui, dall’area mediterranea, che si può ripartire con un progetto realmente inclusivo per Paesi e popoli, trasformando la struttura oppressiva dell’Unione in qualcosa di molto diverso e, sperabilmente, di autenticamente solidale. I cosiddetti parametri di Maastricht sono stati sospesi ed è questo il momento per superare quella iniqua visione».
«La crisi europea è una mancanza di visione, spesso sterile e retorica: l’Europa deve recuperare le sue radici, le sue ragioni politiche ed economiche, i suoi valori, l’identità e le passioni», ha auspicato Francesco Grillo, Direttore del think tank Vision e co-chair della Conferenza. Mentre la vice Direttrice Unesco ed ex Ministra Stefania Giannini, impegnata nei temi della Conferenza, ha ricordato che «ci sono stati due settori pubblici drammaticamente colpiti dalla crisi sanitaria, uno è quello dell’educazione e l’altro è quello della cultura. Questa situazione, senza precedenti, offre anche opportunità di riflessione, ci obbliga al cambiamento e a cogliere quella ‘faccia positiva’ che ogni crisi porta. L’Europa, per esempio, ha prodotto strumenti di successo per la sensibilizzazione dei suoi cittadini su un progetto come l’Erasmus. Un’intuizione da sostenere e implementare negli anni a venire».
Come osserva l’Assessore per lo Sport il Turismo e lo Spettacolo della Regione Siciliana Manlio Messina «L’Europa affronterà nei prossimi anni profonde trasformazioni. La sfida è quella di reggere ad alti livelli nella competizione globale con le grandi potenze emergenti, provenienti da quello che un tempo era il sud del mondo.
Sullo stesso solco si innesta la riflessione di Gaetano Armao, Vice Presidente della Regione Siciliana: « C’è una profonda trasformazione in corso ma c’è anche un’Europa diversa: un Europa che guarda alla solidarietà, al confronto, alla coesione, con un’energia nuova».
Intenti condivisi, come rimarca il Sindaco di Taormina Mario Bolognari: « Ripensare il futuro dell’Europa non è un esercizio teorico, ma un tentativo di ridare vigore al progetto che i padri fondatori con grande speranza avevano varato. Ancora una volta Taobuk si pone al centro del dibattito vivo della politica e della comunicazione sui fatti centrali della nostra società».
Come dichiara in una nota il Rettore dell’Università di Messina Salvatore Cuzzocrea: «Le sinergie, con un evento culturale molto atteso e di grande prestigio per il nostro territorio, sono aumentate, dopo il successo dello scorso anno anche nell’edizione 2021. Il Taobuk Festival ha organizzato momenti di riflessione molto importanti a livello internazionale a cui il nostro Ateneo saprà dare il contributo.
E allora con queste premesse guardiamo avanti con rinnovato ottimismo perché il futuro è di chi ci crede.