Prosegue la rassegna di spettacoli in streaming della compagnia Figli d’Arte Cuticchio, che quest’anno festeggia i 50 anni di attività. Stasera, alle ore 18.30, su Raiplay, andrà in scena lo spettacolo dal titolo “A singolar tenzone” . La prima nazionale risale al 2017 nel salone delle feste del palazzo del Quirinale a Roma. Un viaggio in un tempo senza tempo, dove il cunto antico di Mimmo Cuticchio e la musica contemporanea del figlio Giacomo si scambiano intenzioni, si cedono il passo vicendevolmente, si fondono in un gioco, a tratti semplice e armonioso a tratti spericolato e acrobatico, sulle gesta di Orlando, valoroso paladino, l’eroe per eccellenza, austero, coraggioso e devoto al suo dovere di capitan generale dell’esercito francese.
Un racconto focalizzato sulla drammatica e spettacolare rotta di Roncisvalle, dove troveranno la morte Orlando e altri trecento impavidi paladini. Per la prima volta i temi musicali della battaglia, del galoppo, del lamento, della marcia reale, che Giacomo Cuticchio ha composto appositamente per questo “viaggio”, si uniscono ai ritmi, ai toni e alla possente vocalità di Mimmo Cuticchio, capace di interpretare oltre quaranta personaggi diversi e trasformare il cunto in canto.
E giovedì 20 maggio, invece, sempre alle 18,30, sarà di scena sulla piattaforma Italiafestival.tv, “La pazzia di Orlando-ovvero il meraviglioso viaggio di Astolfo sulla luna” con Mimmo e Giacomo Cuticchio e Tania Giordano. La prima rappresentazione è del 2019 al teatro Fraschini di Pavia.
“La pazzia di Orlando” è uno dei titoli più cari al pubblico tradizionale ed è il risultato di un ripensamento della struttura narrativa dell’“opra” nato dall’esigenza di adeguare la rappresentazione ad un nuovo pubblico. In questo senso la scenotecnica è stata particolarmente curata ed il succedersi delle scene è misurato sull’effetto e sul ritmo che nella tradizione era diluito nel corso di più episodi. Gli stessi personaggi della storia hanno subito degli interventi, nel senso che la loro caratterizzazione avviene nel corso dell’azione, senza interrompere il flusso narrativo con lunghi monologhi o degli a parte. Le tecniche narrative, il linguaggio scenico, tuttavia non sono rinnegati, anzi acquistano maggiore evidenza senza per questo snaturarsi Rinnovamento indotto dalle mutate condizioni socioculturali ma che dimostra la capacità dell’opera dei pupi di plasmare nuove soluzioni e nuovi stimoli senza negare la propria identità.
Due spettacoli che, seppure in tv, regaleranno ancora una volta la magia del grande teatro.