Parte dalla Rete Civica della Salute la campagna di sensibilizzazione rivolta ai Medici di famiglia. Promotori della lettera-appello sono il Coordinatore regionale della Rete, il Presidente della Conferenza dei Comitati Consultivi delle Aziende sanitarie e ospedaliere siciliane, i Coordinatori provinciali della RCS insieme ai 170 Riferimenti Civici della Salute già accreditati in altrettanti Comuni dell’isola.
L’appello è stato subito condiviso dagli oltre sessantaquattro mila Cittadini Informati che compongono la “platea” diretta della RCS. Platea che, attraverso chat e social, telefonate, incontri ed email, lo trasmetteranno a loro volta a tutti i loro contatti, in tutti i comuni dell’Isola. Con gli hashtag #mivacciniancheTu e #insiemepossiamo, la lettera sta “viaggiando” anche attraverso la pagina ufficiale Facebook della Rete Civica della Salute (https://www.facebook.com/retecivicasalute) e la newsletter in “edizione speciale” inviata a 1400 referenti, compresi tutti i Comuni siciliani e i 18 Comitati Consultivi Aziendali, ma anche Ordini professionali, Centri di servizio al volontariato, Università, Scuole.
La lettera-appello è stata costruita insieme con diversi Medici di Famiglia, quelli che in questi anni hanno aderito alla Rete per senso di responsabilità e partecipazione civica e che stanno già vaccinando i propri assistiti.
Cosa chiede, dunque, la RCS ai Medici di famiglia? In sintesi si tratta di uno sforzo in più per arrivare prima a vaccinare la popolazione. Lo fa auspicando una relazione più intensa, solidale e proficua nel rapporto con il “proprio” medico di base, ma soprattutto senza dimenticare che la salute è un “bene comune” e che “stiamo vivendo una pandemia i cui risvolti umani ed economici angosciano la vita di tutti e di ciascuno. Solo insieme possiamo fronteggiarla. La vaccinazione di massa al più presto è lo scudo difensivo”, come si legge nella lettera-appello di seguito riportata integralmente.
Al mio Medico di Famiglia
Ti ho scelto con fiducia. Così la mia famiglia Ti è stata affidata dal Servizio Sanitario Regionale (SSR) affinché la prendessi in cura per la tutela della salute che è interesse mio e insieme della Collettività, come vuole la Costituzione della nostra Repubblica.
Essere presi in cura, mi hanno spiegato, significa mantenerci in salute. Non solo curare la malattia quando siamo ammalati, ma anche essere aiutati per prevenire lo stato di malattia ben di più che accompagnati nei passaggi necessari al ritorno in salute. Dal SSR sono stato invitato a partecipare alla Rete Civica della Salute “quale strumento qualificante del sistema fondato sulla reciproca collaborazione tra operatori, pazienti, istituzioni e cittadini e teso al suo miglioramento complessivo”.
Partecipo per essere più informato e responsabile dei diritti e doveri di cittadinanza, per poter comunicare da vicino con le Istituzioni Sanitarie di cui, dal mio punto di vista, Tu sei il primo anello essenziale.
Riconosco che sbaglio quando Ti cerco soltanto per la ricetta di farmaci o, peggio, quando vado da uno specialista prima di essermi consigliato con Te e, solo dopo, Ti domando la prescrizione d’indagine diagnostica che mi è stata richiesta, senza intesa con Te che dovresti conoscere meglio la mia storia clinica e consigliarmi nel conciliare più adeguatamente le terapie. Riconosco quindi, quando lo faccio, di non essere il paziente che Ti aiuta ad adempiere meglio alla Tua missione.
Nella prima pagina della guida al paziente, edita dall’Assessorato Regionale alla Salute, leggo questa frase: “Il medico che vorrei: mi lascia raccontare la mia storia senza interrompermi e mi ascolta con attenzione e interesse, è interessato a me come persona, capisce le mie preoccupazioni e la mia ansia, mi spiega le cose con chiarezza e risponde alle mie domande, mi coinvolge nelle decisioni che mi riguardano, mi dice la verità con umanità e non mi toglie la speranza, stabilisce un buon rapporto con i miei familiari”. Ne sono rimasto affascinato e persuaso che così dev’essere. Voglio nutrire questa speranza senza per questo dovermi sentire un sognatore.
So che tante sono le difficoltà che affronti nell’esercizio della professione. So anche che con maggiore condivisione e solidarietà possiamo aiutarci a vicenda.
Il SSN (Servizio Sanitario Nazionale) è un bene comune. È tra le più importanti istituzioni pubbliche di cui i Cittadini non sono solo fruitori ma anche azionisti e possono sorreggere sia operatori che amministratori a fare meglio squadra nell’interesse generale. Stiamo vivendo una pandemia i cui risvolti umani ed economici angosciano la vita di tutti e di ciascuno. Solo insieme possiamo fronteggiarla. La vaccinazione di massa al più presto è lo scudo difensivo. Tv, giornali e social raccontano di accordi nazionali e regionali per poter essere vaccinati dai Medici di Famiglia, i più conoscitori e prossimi agli anziani ed ai fragili. Se queste persone fossero tutte coperte dal vaccino si potrebbe passare alle altre fasce d’età e raggiungere prima l’immunità difensiva. Questo è un momento decisivo per la salvaguardia della Comunità nazionale.
So che parecchi Medici di Famiglia stanno vaccinando i propri assistiti.
Ma non sono ancora la maggioranza che serve, adesso.
Perciò Ti rivolgo questo appello: #mivacciniancheTu #insiemepossiamo
Grazie. Il Tuo Cittadino da assistere