Questa sera, all’interno della ventunesima edizione del Festival dei due Mari, alle ore 21.00 nel magnifico scenario di Villa Romana di Patti Marina, si potrà ammirare l “Nòstos”, la performance di danza e musica strutturata dalla coreografa-danzatrice Silvia Giuffrè, e impreziosita dalle musiche del violinista e compositore Alessandro Librio.
Lo spettacolo, realizzato in collaborazione la Rete Latitudini, creerà una interazione originale con il pubblico: uno scambio di energia; un’esperienza sensoriale e composita. A partire dalla sonorizzazione dell’ambiente, lo spazio diventa vivo, fluido, magico ed emotivamente coinvolgente.
Il nòstos (viaggio) è qui simbolicamente un invito a vivere un’esperienza sui generis, in cui il senso di circolarità del luogo e del viaggio dell’esistenza ha come fine ultimo ritornare a noi stessi, attraverso la fruizione artistica.
“Danza e musica si integrano con lo spazio, creando nuove suggestioni e conferendo un valore aggiunto alla combinazione degli elementi. Non una semplice giustapposizione degli aspetti interattivi, quindi ma un’armonia dei sensi, attraverso un percorso che alterna momenti fatti di corpo, parola e suono, in grado di evocare trame, concetti e forme, tutte legate al tema del viaggio emotivo, del ritorno alle origini e del rimando a simbologie.
Le creazioni di Omonia traggono ispirazione concettuale per lo più da tematiche filosofiche, le quali insieme alla connessione tra le arti, sono il centro e il punto di partenza della ricerca”, dichiara Silvia Giuffrè.
Inoltre, la coreografa è autrice del saggio dal titolo “L’esperienza della coscienza attraverso il corpo” ricerca sulla relazione tra la filosofia e la danza, in “Creatori di senso” (Aracne editrice-Roma, 2013)
Tutto inizia come un gioco: il gesto semplice accomuna e abbatte ogni confine, dando vita ad un immaginario di estrema naturalità e condivisione immediata.
Lo spazio della danza – coreografia, in parte scritta e in parte composta in maniera istantanea, appare talvolta piccolissimo, definito, altre volte estremamente dilatato e rinnovato.
Il movimento prende ispirazione dalle geometrie sonore e dalla presenza stessa del pubblico per esistere simbolicamente in modi differenti; creando una dimensione “altra”.
Queste le premesse di uno spettacolo nel quale “perdersi” nel viaggio delle suggestioni, al fine di incontrare un possibile senso di smarrimento e in seguito -per dirla con Staal- ritrovarsi e riconoscersi entro “nuovi e alternativi scenari.