L’arte per essere definita tale deve emozionare. Lo sa bene il regista Francesco Chianese che ieri ha dato il via alla nuova stagione del Piccolo Teatro Ettore Petrolini di Barcellona Pozzo di Gotto portando sul palco due cortometraggi cinematografici più tre monologhi. I temi? Solitudine e pazzia, che poi, se le guardiamo da un’altra angolazione, sono due facce della stessa medaglia. L’uomo è un’animale sociale, così dice la scienza, ma la condizione di socialità non si ferma alla sola giovinezza, continua per tutta la vita e così anche gli anziani hanno bisogno di stare tra i loro affetti, con persone amiche, con la famiglia. Ma è proprio la famiglia che il più delle volte li abbandona prendendo a pretesto la vita frenetica che li avvolge e li travolge. Questo è il tema del primo corto cinematografico in scena dal titolo Mantiene sempre le promesse scritto da Francesco Chianese e diretto da Riccardo Giardina. E questo è anche il tema che ha dato il via al trittico di monologhi che si sono susseguiti senza interruzioni. A rompere il ghiaccio di fronte ad una sala gremita di pubblico è stata la giovane Maristella Genovese, che ha interpretato magistralmente il primo dei tre monologhi scritti da Chianese dal titolo La ragazza speciale.
Ci siamo mai chiesti quali e quanti danni abbia fatto il covid in questi anni? Forse La maggior parte della gente no, presa da mille altri problemi, ma gli artisti sì perché è proprio dalla gente che gli vive accanto che traggono ispirazione. Ciò che è mancato di più è stata la carezza di un abbraccio che non è solo un saluto, è un sentirsi a casa, è sapere che c’è qualcuno accanto a te, che non sei solo. E chi ne ha pagato maggiormente le conseguenze sono stati i giovani, quelli che in apparenza sono i più forti, che stanno da soli per scelta. Ebbene, quest’isolamento li ha portati a crearsi un mondo altro, fatto di amici immaginari con cui parlare, un mondo che non era più fuori né tantomeno spensierato, ma era dentro una stanza con la sola compagnia di sé stessi.
A seguire Giuseppe Pollicina ci ha portato a riflettere sulla differenza tra normalità e follia con il monologo dal titolo Follia? No, solo me stesso. Chi è che decide quale sia il limite tra questi due comportamenti? perché comportarsi in modo libero può essere definito folle? Chi definisce i canoni di comportamento? e poi ancora, è davvero così importante uniformarsi ai canoni della società, mettendo a rischio la nostra vera identità?
Follia, raptus sono questi i sostantivi che troviamo molto spesso tra le pagine di cronaca ed è questo comportamento al centro dell’ultimo monologo della serata interpretato da Riccardo Giardina. Ognuno di noi è fatto di luci e ombre, ognuno di noi attraversa momenti difficili nel corso della propria esistenza, è in quei momenti che diventa difficile scegliere da che parte stare. È in quei momenti che la follia si può impossessare del nostro io facendoci perdere la rotta.
Se la vita ti togliesse tutto nel modo più cruento possibile come reagiresti? Questa è la domanda al centro dell’ultimo monologo dal titolo Rosanna e Sofia.
A chiudere la serata l’ultimo cortometraggio cinematografico dal titolo Perché siamo una persona sola, magistralmente interpretato dalla bravissima Rosemary Calderone. Un corto nel quale la follia, in tutte le sue sfumature, è la vera protagonista.
Presente in sala anche il sindaco Pinuccio Calabrò.
A sublimare le emozioni portate in scena dai monologhi di Chianese l’ensemble Fracargio che con la sua musica ha creato il connubio perfetto per una serata carica di suspense. Queste le premesse alla nuova stagione diretta dal regista Francesco Chianese, che dal 6 novembre si svolgerà al Piccolo Teatro Ettore Petrolini, piccola perla di Barcellona Pozzo di Gotto.