Presentato in anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma e al Torino film Festival, oggi in occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio, sbarca nelle sale cinematografiche italiane Amate Sponde, il nuovo film di Egidio Eronico. Prodotto da Alessandro Carroli per EiE Film, la pellicola prendendo in esame il tratto che va dalle Alpi alla Sicilia mostra un’Italia dal paesaggio unico e spesso incompreso, con lo sguardo rivolto all’ambiente urbano ed extraurbano, al mondo del lavoro, ai nuovi luoghi di aggregazione e ai vecchi e nuovi riti collettivi. Un Paese, nonostante tutto, in continua trasformazione, diviso dalle contraddizioni tra fermenti e arretratezze, tra spinte innovative e antichi conservatorismi.
Il tutto mediante l’esclusivo utilizzo di immagini e musica. Nessun commento verbale, un puro tessuto di visioni ed emozioni.
Soffermandosi sulle nozioni di sviluppo e progresso, Amate Sponde s’interroga sullo stato dei rapporti tra gli italiani e il loro ambiente. Le cifre più aggiornate dicono che, con una media di 19 ettari al giorno – il valore più alto negli ultimi dieci anni e una velocità di oltre 2 metri quadrati al secondo – il consumo di suolo in Italia nel 2021 sfiora i 70 km quadrati di nuove coperture, per cui il cemento ricopre ormai 21.500 km quadrati di suolo nazionale. Con conseguenze che le cronache ci trasmettono con periodica drammaticità: di un territorio più fragile, pericoloso, desertificato. A rischio, dunque, non è solo la proverbiale bellezza del nostro paesaggio, ma l’identità stessa di noi italiani che di questo paesaggio siamo storicamente espressione.
Per questo e non per altro il paesaggio è un capitolo fondamentale della nostra Costituzione. Un nostro pieno diritto e dovere.
Per questo un film come Amate sponde parla a tutti noi, spettatori e cittadini.
Italia. Una ricognizione sul corpo globale del Paese, posando lo sguardo sui suoi lineamenti fondamentali, da quello geo-fisico e ambientale a quello economico e produttivo, da quello socio-demografico e abitativo a quello antropologico e culturale. Il racconto per sole immagini e musica di un territorio nella sua attuale fisionomia, un Atlante domestico di meraviglie a volte incomprese e di luoghi conosciuti, amati e spesso smarriti. E di gente colta nel suo vivere in un habitat ad alta stratificazione, tra la grandezza ancora fruibile del passato e l’apparente stasi del presente. Un’Italia segnata da forti disuguaglianze e ciò nonostante in continua trasformazione nella difficile corsa verso uno sviluppo sostenibile, problematicamente sospesa tra il vecchio e il nuovo e alla sempre più ardua ricerca di un equilibrio per salvaguardare il proprio èthos.
Un film che ci spinge a guardarci intorno per renderci conto che prenderci cura dell’ambiente circostante non è una moda effimera ma un dovere che ognuno di noi deve assolvere nei confronti dell’umanità.