Il Cortile Teatro Festival, la rassegna teatrale diretta da Roberto Zorn Bonaventura, volge alle battute finali, e per la sua tre giorni conclusiva, dal 16 al 18 agosto, si trasferisce nell’Area Iris di Ganzirri.
A tagliare il nastro della tripletta, mercoledì alle ore 21.00, sarà Gaspare Balsamo e il suo “Simposio – Il cunto d’amore dei cattivi maestri”, ispirato all’omonimo dialogo di Platone. Un ritorno tanto atteso, dopo l’enorme successo registrato al suo debutto, all’inizio del Festival. La drammaturgia originale evoca una narrazione che non si svolge ad Atene ma in Sicilia, dove il narratore e il calzolaio cuntista Don Masino evocano le scene madri che nei secoli hanno reso memorabili Socrate, Alcibiade, Aristofane e compagni.
Seguirà giovedì, alle ore 19.00, uno spettacolo per bambini dal titolo “Upi pian pianino”. Sul palco Monia Alfieri, che ne cura anche la regia, e Manuela Boncaldo. Lo spettacolo è indicato per la fascia d’età 4-10 anni. «Fiabe fatate e bizzarri personaggi – si spiega – si animeranno come in un matto Circo delle Meraviglie che per brevi istanti trasporterà i bambini in atmosfere surreali e incantate. Una piccola festa che sarà l’occasione per presentare personaggi un po’ clown e un po’ maghi che interagiranno con i piccoli spettatori».
Infine, venerdì, alle ore 21.00, chiuderà la dodicesima edizione del Cortile Festival un’altra prima nazionale. Lo spettacolo in questione è “Vacanze romane”, scritto e diretto dalla messinese Nella Tirante. «La chiusura con questo spettacolo – dice Bonaventura – vuole testimoniare l’attenzione indispensabile del Festival alle forze del territorio, anche quelle che, come nel caso di Nella Tirante, operano in tutta Italia ottenendo riconoscimenti prestigiosi».
Così “Vacanze romane” viene presentato nelle note dell’autrice e regista: «Per un anno non ho mai pronunciato la parola guerra, mi rifiutavo di vedere o sentire qualunque notizia che la riguardasse, troppa fatica, troppo dolore, aver superato gli anni della pandemia, lo scoppio di una guerra così lontana ma così vicina, era troppo. Quando ho avuto la forza di raccontare di nuovo, ho sentito l’urgenza di scrivere questo testo. Cosa spinge un’artista a raccontare una storia? Non ho la pretesa di raccontare la guerra, ma la vita di due persone come tante, che per motivi diversi sono legate ai fatti odierni. Il cinema è un altro protagonista dello spettacolo: ti fa sognare e pensare e quando è universale diventa capolavoro, come “Roma città aperta”, “La grande guerra”, “La Ciociara”, sono i film che fanno da sfondo alla vicenda che vivono i due personaggi: Sergio e Nina si conoscono all’uscita di un cinema di periferia, lui giovane cineasta, non ha il coraggio di girare il suo primo film, lei arrivata da San Pietroburgo per le “sue vacanze romane” dopo la laurea, nasce un’amicizia, ma lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, segna le loro vite, li avvicina e li allontana allo stesso tempo per vari motivi: sembra proprio la trama di un film!».
Ancora una volta tutte le sfumature della vita si rincorrono, veloci, sulle assi di un palcoscenico per regalarci momenti intensi e indimenticabili.