Al via la XVII° edizione di Salina Doc Festival

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Si alza oggi il sipario sulla  diciassettesima edizione del Salina Doc Fest – Donna Oltre Confini, fondato e diretto da Giovanna Taviani che fino a domenica 17 impreziosirà l’isola di Salina con un programma ricco di proiezioni, incontri, spettacoli dal vivo, degustazioni di vini locali.

Ricco di iniziative e anteprime il programma del Salina Doc Fest, (visibile al link www.salinadocfest.it/programma-2023/) quest’anno si focalizzerà sulla figura femminile nelle sue azioni audaci e coraggiose che hanno segnato la storia e il linguaggio cinematografico.

Continua il nostro discorso sull’Isola come metafora femminile – sottolinea Giovanna Taviani – il cui unico confine è il mare. Nel nuovo concept realizzato da QMI Stardust, dalle acque profonde delle Isole Eolie emerge un’isola che ha i contorni mutevoli e fuggenti di una donna: è l’isola di Salina, detta anche Didyme, che nel greco antico significa gemella, per i due coni di vulcano che la attraversano e che visti dal mare sembrano i seni di una dea supina emersa dall’acqua, con lo sguardo rivolto verso un nuovo orizzonte di libertà. L’urgenza del tema nasce da una riflessione su quanto sta accadendo oggi nel mondo, a cominciare dalla nuova rivoluzione iraniana, il cui slogan Donna Vita Libertà restituisce alle donne un ruolo di protagonismo attivo per un rinnovamento globale della società in senso democratico. Alla cinematografia femminile iraniana e alle sue protagoniste il Salina Doc Fest dedicherà un Focus Donne e Iran, nella speranza, e nella convinzione, che l’unico modo per aiutare il movimento delle donne iraniane è parlare di loro. Non farle sentire sole”.

In primis, il festival si onora di presentare un Omaggio ad Agnès Varda, regista, sceneggiatrice e fotografa francese, esponente di spicco della Nouvelle Vague: il dialogo tra la Varda e Cecilia Mangini, in un’intervista inedita realizzata da Paolo Pisanelli.

Nell’ambito del Focus Donne e Iran, spicca la presenza della cineasta Firouzeh Khosrovani, che sarà premiata con il Premio Irritec.

. Firouzeh Khosrovani sarà anche protagonista di un incontro pubblico, moderato da Anna Maria Pasetti. Firouzeh Khosrovani ha conseguito un diploma di giornalismo a Teheran, dove, il 10 maggio del 2022, è stata arrestata senza una ragione con la collega Mina Keshavarz. Nei suoi documentari ha esplorato l’immagine delle donne tra il vecchio regime (quello dello Shah) e la Repubblica islamica instaurata dopo la rivoluzione.

Novità del Salina Doc Fest è anche la proiezione di Rosa. Il canto delle Sirene, il poetico ritratto della più importante cantastorie siciliana, Rosa Balistreri, realizzato da Isabella Ragonese, al debutto assoluto come regista. Prodotto da Quoiat Films per Sky Arte, il documentario racconta, attraverso le parole e la vita di un gruppo di donne siciliane, l’anima profondamente folk della cantastorie nei luoghi della sua Palermo e nei volti delle donne che oggi la abitano. L’essenza di Rosa è espressa dalla stessa voce della Ragonese che ha svolto un’approfondita indagine sul territorio, incontrando alcune donne il cui percorso di vita si incrocia con i temi archetipici e gli eventi raccontati dalla protagonista.  Nell’ambito dell’incontro verrà presentato il libro Tutta la vita dentro, curato da Anna Maria Pasetti e Federico Pommier (Cosmo Iannone Editore), dedicato alla lunga e variegata carriera dell’interprete.

Alla regista e attrice Isabella Ragonese, che sarà presente al festival, andrà il Premio Omi-Fer, assegnato dall’omonima società tunisina sponsor del festival, che ha fatto dell’inclusione e delle chance lavorative un autentico esempio nella strada verso il successo. Il premio, consegnato personalmente dal CEO e fondatore dell’azienda Taha Omri, è statato attribuito alla Ragonese per aver saputo documentare nel migliore modo, la preziosa testimonianza di vita di una donna in costante lotta a favore della difesa dei diritti umani, combattendo in prima linea contro povertà, violenza, maschilismo e corruzione. Dopo la consegna del Premio avrà luogo un omaggio a Rosa Balistreri a cura di Etta Scollo, cantautrice catanese che rielabora versi e racconti del mondo ridando voce a storie sopite nel tempo.  Con lei sul palco anche Gaspare Balsamo, attore e narratore orale che leggerà alcuni brani di autori siciliani dedicati alla Balestrieri. Balsamo sarà anche il protagonista della preview del festival il 13 settembre, alla presenza del Sindaco di Leni Giacomo Montecristo, con lo spettacolo cunto Omo a Mari, liberamente tratto dal romanzo Orcynus Orca di Stefano d’Arrigo.

La scelta di assegnare il Premio Omi-Fer a Isabella Ragonese per il suo documentario Rosa. Il canto delle Sirene al SalinaDocFest è il risultato di un sincero riconoscimento per il suo straordinario contributo all’industria cinematografica e al mondo dell’arte, nonché per il suo impegno nel dare voce a storie rilevanti e significative.

Alla kermesse sarà presente l’attrice, regista e sceneggiatrice Valeria Golino, che sarà insignita del Premio SIAE – Sguardi di Cinema, nato nel 2017 per dare un valore istituzionale all’attenzione che il festival del documentario riserva ogni anno al cinema di finzione più vicino alle sue tematiche e che ha già visto premiare in passato Danilo Monte e Laura D’Amore, Alice Rohrwacher, Claudio Giovannesi, Ficarra e Picone, Francesco Bruni, Leonardo Di Costanzo e Valia Santella. Valeria Golino sarà quindi omaggiata con la proiezione – introdotta dal critico Enrico Magrelli – del film Miele, sua opera prima come regista, presentato Festival di Cannes 2013 nella sezione Un Certain Regard. Con lei, Francesca Marciano, che riceverà il Premio Ravesi – Dal Testo allo Schermo, sceneggiatrice  (assieme a Valeria Golino, Luca Infascelli, Valia Santella e Stefano Sardo) di L’Arte della Gioia serie Sky Original diretta da Valeria Golino, girata in Sicilia e ispirata all’omonimo romanzo postumo di Goliarda Sapienza, la storia di una ragazzina della Sicilia di inizio ‘900 che scopre la sessualità e il desiderio di una vita migliore di quella che ha sempre avuto. Golino e Marciano saranno protagoniste di un incontro pubblico, moderato sempre da Enrico Magrelli. Miele è la storia di Irene (interpretata da Jasmine Trinca), soprannominata “Miele”, trentenne che aiuta segretamente i malati terminali con l’eutanasia, offrendo loro sempre la scelta di poter interrompere il processo. Un riconoscimento a Valeria Golino all’impegno e al successo del suo lavoro come regista.

Ad inaugurare il festival sarà il film dal titolo L’avamposto di Edoardo Morabito, che torna alla regia dopo aver vinto, al Festival di Torino, nel 2013 con I Fantasi di San Berillo. Prodotto da Dugong Film con Rai Cinema,

L’avamposto, qui alla sua seconda proiezione, dopo l’anteprima delle Giornate degli Autori a Venezia, narra la storia utopica di un eco-guerriero scozzese che in Amazzonia , tra mille contraddizioni, cerca di rendere migliore la vita degli e di organizzare  un concerto dei Pink Floyd, al fine di sensibilizzare e convincere il governo a difendere la riserva. Un’opera di estrema attualità con un messaggio forte e chiaro: in un mondo che corre a velocità folle verso l’apocalisse, essere un po’ folli è l’unico modo per opporre resistenza.

Sei titoli in corsa per il Premio Palumbo al Miglior Documentario, il Premio Studenti Dams Roma Tre e il Premio Mediafenix al Miglior Montaggio, selezionati insieme a Antonio Pezzuto e Paola Cassano. Dei sei film, cinque sono realizzati da registe (sole o in coregia), e tutti raccontano storie di donne sole e in lotta, che non smettono cercare la propria identità, professionale e esistenziale. After the bridge di Marzia Toscano e Davide Rizzo, storia di una donna italiana convertita all’Islam la cui vita e responsabilità genitoriale è travolta dall’attentato suicida terroristico del figlio, membro di un commando jihadista; Chutzpah – qualcosa sul pudore di Monica Stambrini, un diario  familiare di una donna in crisi che filma ossessivamente con impertinenza (“chutzpah” in ebraico) immagini intime del suo contesto quotidiano; Il debutto di Chiara Scardamaglia, Laura Schimmenti e Andrea Zulini, un film che segue da vicino la registrazione di un disco che ripercorre la parabola esistenziale e politica di una musicista attraverso un’accurata ricerca etno-musicologica, con i brani più significativi e le tematiche più pregnanti di uno spaccato storico e artistico del popolo siciliano;  L’expérience Zola di Gianluca Matarrese, una storia che mescola vita reale e teatro nelle prove per la messa in scena dell’opera di Zola “L’assommoir”, durante le quali i due protagonisti vedono sfumare la propria realtà nella finzione, trovandosi a ripercorrere insieme tutte le scene della storia tra Coupeau e Gervaise; The land you belong di Elena Rebeca Carini, il viaggio interiore di una ragazza che a 30 anni scopre di avere un fratello e decide di conoscerlo da vicino attraverso la sua videocamera, confrontandosi con domande e dubbi, alla scoperta di una propria nuova identità; Touché di Martina Moor, la vita e carriera di un’atleta tra l’ossessione per il successo e il fantasma del fallimento, in un viaggio esistenziale intriso di imprevisti e tradimenti che la costringe a cambiare drasticamente mentalità, luoghi e relazioni umane.

Tre i premi finali per i documentari in concorso: il Premio Palumbo Editore al Miglior documentario, il Premio Mediafenix al Miglior montaggio e il Premio Signum Studenti Dams Roma Tre al documentario più votato dagli studenti. La Giuria Ufficiale del Concorso è composta da Francesca Marciano, Anastasia Plazzotta e John Vignola; la giuria degli Studenti Dams Roma Tre dalla Prof.ssa Ivelise Perniola.

Ancora una volta il cinema regala magia alla nostra vita.

 

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