Stasera, alle ore 20.30, presso il Teatro dei 3 Mestieri, sarà inaugurata la mostra di illustrazioni “Io, me e Amalia” di Amalia Caratozzolo, in arte AmaliaC.
L’iniziativa fa parte del progetto TeatrArt a cura di Dania Mondello e rientra negli eventi “I colori del Natale” finanziati dal Comune di Messina. La mostra sarà visitabile fino al 7 gennaio 2024.
L’artista è nata a Messina nel 1983 e si è diplomata nel 2004 in Fumetto alla Scuola Internazionale di Comics, e nel 2007 in Illustrazione presso l’Istituto Europeo di Design di Roma, dove ha insegnato Incisione su linoleum dal 2010 al 2017.
Dal 2013, è illustratrice per il «Corriere della Sera».
Nel 2020 pubblica per Baldini+Castoldi un libro di satira illustrato dal titolo “Pene d’amore, manuale illustrato di sopravvivenza agli ex”, con la prefazione di Selvaggia Lucarelli. Sempre nello stesso anno inizia la collaborazione con Il Fatto Quotidiano: autrice di una rubrica di satira amorosa, scrive e illustra per la newsletter A parole nostre. Nel 2021 illustra per Lunaria Edizioni un libro per bambini di Lorena Dolci, dal titolo “Mostro del Pisolino”.
Ha lavorato per Baldini+Castoldi, Castelvecchi Editore, Corriere della Sera, Edizioni Anicia, Elliot Edizioni, Guanda Editore, Istituto Europeo di Design, Human Foundation, Il Fatto Quotidiano, La Stampa. Vive a Roma.
Ma questa settimana l’offerta del Teatro dei 3 Mestieri raddoppia. Infatti dopo tre sold out consecutivi domani tornerà a grande richiesta, alle ore 19.00, sul palco del Teatro dei 3 Mestieri lo spettacolo dal titolo “Non siamo qui” del regista e drammaturgo Tino Caspanello, che ha debuttato pochi giorni fa proprio in questo teatro e che vede protagonisti sulla scena Cinzia Muscolino e Tino Calabrò.
Recuperare il surreale, il metafisico che abbiamo dimenticato. Questo è l’imperativo dei due personaggi di Non siamo qui, due esseri umani in fuga dal luogo comune, perché il mondo sembra essere diventato il luogo comune per eccellenza, un luogo dove l’autenticità non è un punto di forza ma qualcosa da tenere nascosto per non soccombere davanti all’alienazione quotidiana che impone modelli e stili di vita che niente hanno di autentico, ma sono soltanto finzioni funzionali alle trappole di sistemi congegnati per darci l’illusione di una felicità vuota però di contenuti, di senso e di memoria. Bisogna allora progettare la fuga e metterla in atto, sperando di trovare un altrove e che in questo altrove ci sia un posto dove potere tornare a respirare l’aria buona.
Sulle assi di un palcoscenico sfilano tutte le sfumature della vita e tutte le sfumature dell’arte.