Marcello Vandelli torna a Bologna dal 27 gennaio al 18 febbraio con una mostra dal titolo “Nuovo immaginario” che vedrà il Maestro della Pop Art Italiana di nuovo protagonista.
Il 3 febbraio ad aprire sarà Daniele Radini Tedeschi presentando quaranta opere che hanno sempre fatto discutere ma che, attraverso una componente simbolica del tutto personale, sono riusciti a distaccare il modo di dipingere di questo artista da chi lo aveva preceduto.
La mostra sarà inserita nell’ambito di ART CITY Bologna 2024 in occasione di ARTEFIERA”. Vandelli non è Schifano ma la sua di arte, arriva senza adoperare filtri e quando dipinge se stesso fuori da una tomba intento a guardare le gambe di una giovane donna, non è altri che racconta ma semplicemente il suo operare, il suo vissuto, il suo intimo dialogare prima con se stesso e poi con il suo pubblico.. A temi esclusivamente meditativi e di denuncia del dislocato mondo in cui viviamo, e che ci vede timide ombre od assoluti protagonisti, Vandelli affianca opere dedicate alla figura femminile, di cui si professa profondo conoscitore ma lo fa con un candore che rende i suoi dipinti facilmente accessibili, senza mediazione, come se tra chi osserva e chi l’opera compone, si potesse addirittura dialogare. Alla città di Bologna sarà dedicata questa sua ultima mostra, il cui titolo fa intuire che Vandelli ha qualcosa di nuovo da comunicare e noi che lo conosciamo bene, asseriamo con assoluta certezza che nuove sorprese non ci faranno certo aspettare.
“E’ stato per me un sincero piacere accettare l’invito di Marcello Vandelli a presenziare l’inaugurazione della sua mostra bolognese. Sono tempi particolari per l’arte contemporanea italiana e credo sia giusto ripartire dal capoluogo felsineo per gettare le basi alla creazione di un nuovo fermento, come lo fu nel dopoguerra quando a Bologna transitavano personalità del calibro di Morandi, Arcangeli, Volpe, Emiliani, Mahon e molti altri ingegni tutti raccolti attorno alla riscoperta della grande pittura Emiliana. Guido Reni, i Carracci sino a Guercino erano simboli di un’epoca riscoperta. E ora sarebbe importante, con l’esposizione di Vandelli – pittore figlio del suo tempo – recuperare quel vibrante clima culturale, vivaio di talenti e ricerche originali” Daniele Radini Tedeschi.
Si prospetta un vernissage ricco di forti emozioni.