Il Teatro Stabile di Catania ospita la pièce dal titolo Il male oscuro

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Si rincorrono gli ultimi giorni di prove alla Sala Verga del Teatro Stabile di Catania che da venerdì 14 a domenica 23 febbraio ospiterà la pièce dal titolo “Il male oscuro di Giuseppe Berto, un caposaldo della letteratura italiana, un successo editoriale che nel giro di una settimana si aggiudicò i premi letterari Viareggio e Campiello. Eppure, il romanzo fu rifiutato da più di un editore prima che Rizzoli lo pubblicasse nel 1964. L’onda lunga del successo non si è mai spenta, tanto che gli editori continuano a ristamparlo in nuove edizioni, mentre nel 1990 Mario Monicelli ne ha tratto un film, pluripremiato, affidando il ruolo del protagonista a Giancarlo Giannini.

Prodotto dal Teatro Biondo di Palermo, Teatro Stabile di Catania e da Marche Teatro, lo spettacolo è curato e diretto dal regista Giuseppe Dipasquale e interpretato da Alessio Vassallo che sarà sul palco insieme a Ninni Bruschetta, Cesare Biondolillo, Lucia Fossi, Luca Iacono, Viviana Lombardo, Consuelo Lupo e Ginevra Pisani.

Come spiega il regista Giuseppe Dipasquale, che porta per la prima volta a teatro questo testo: “Il male oscuro, che narra la vicenda autobiografica di uno scrittore in crisi segnato dai sensi di colpa per la morte del padre, colpisce per la sua attualità, per l’analisi accurata di un malessere profondo, nel quale oggi si riconoscono molti di noi. Bepi, l’io narrante del romanzo, è uno scrittore che ha la sensazione di non riuscire a governare la propria vita. Sospinto dagli eventi, dall’incapacità di superare il trauma della morte del padre, di relazionarsi autenticamente con i familiari, la moglie, l’amante, sprofonda nel baratro della depressione. Decide, quindi, di affidarsi alla psicanalisi per comprendere le ragioni profonde del suo malessere”.

“L’inettitudine del protagonista, molto simile a quella dell’antieroe sveviano de La coscienza di Zeno, cui Berto ha dichiarato di essersi ispirato, produce paradossalmente situazioni tragicomiche, attimi di straniamento che, tuttavia, aiutano a comprendere la complessità di una condizione esistenziale tipicamente contemporanea, di un io diviso tra senso del dovere e desideri frustrati”, conclude Dipasquale.

Ancora una volta la vita scorre sulle tavole di un palcoscenico, mostrandosi in tutte le sue sfumature.

 

 

 

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