Al via la II° edizione della rassegna teatrale Teatri di Naso

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È tutto pronto al Teatro Vittorio Alfieri di Naso per ospitare la seconda edizione di Teatri di Naso, diretta da Roberto Zorn Bonaventura. Dodici gli spettacoli in cartellone, sei in primavera e sei in autunno.

Ad inaugurare la rassegna di teatro italiano contemporaneo sarà la pièce dal titolo Mamma. Piccole tragedie minimali, che andrà in scena domenica alle ore 17:30.

Il primo cittadino, Gaetano Nanì, non nasconde il suo entusiasmo per questo nuovo inizio: «L’avvio della seconda edizione di “Teatri di Naso” – dichiara – è la migliore testimonianza del successo ottenuto dalla nostra rassegna lo scorso anno. Il Teatro Vittorio Alfieri, uno dei simboli architettonici più significativi della città, ospiterà anche quest’anno eventi di grande valore culturale. Naso, con la sua storia millenaria e il suo patrimonio culturale unico, si conferma come punto di riferimento imprescindibile nella zona nebroidea.

Ma la nostra città non è solamente un luogo in cui la tradizione si fonde con la contemporaneità: con questo progetto, infatti, puntiamo ad arricchire il panorama culturale dell’intera regione. Siamo certi che anche quest’anno riusciremo a regalare esperienze uniche e coinvolgenti a tutti i partecipanti. Comunque, questa non sarà l’unica iniziativa del 2025 al Teatro Alfieri. A breve, infatti, ufficializzeremo altri eventi fino al mese di dicembre, che sicuramente permetteranno ad appassionati e turisti di vivere la cultura in un contesto che unisce bellezza, storia e innovazione».

Il direttore artistico Bonaventura presenta così il cartellone: «Quest’anno a Naso andranno in scena spettacoli accomunati da un’indagine profonda sull’essere umano, le sue fragilità e le sue battaglie interiori. Ogni spettacolo racconta, a suo modo, la condizione dell’individuo nel mondo contemporaneo: dai dolori privati che diventano memoria collettiva, alle piccole tragedie quotidiane che si fanno grottesche e surreali, fino alle storie di amore, perdita e riscatto.

“Spring” rappresenta la prima parte della nostra stagione teatrale, che troverà il suo completamento in autunno con una seconda parte ricca di nuove proposte artistiche. Due momenti distinti che si richiamano a vicenda, come le stagioni che si susseguono, offrendo agli spettatori un percorso emozionante e riflessivo».

Poi aggiunge con commozione: «Vogliamo dedicare questa stagione a Nino Zuccaro, amico e macchinista teatrale recentemente scomparso, che con il suo lavoro e la sua bravura ha contribuito ad allestire e rendere vivo il palcoscenico del Teatro Vittorio Alfieri. A lui va il nostro pensiero e la nostra gratitudine, perché il teatro è “Teatro” grazie a maestri come Nino, che con mani sapienti, rendono possibile la magia sulla scena».

“Mamma. Piccole tragedie minimali”, prodotto dal Castello di Sancio Panza, è interpretato da Gianluca Cesale, con la regia di Roberto Zorn Bonaventura; musiche del compianto Orazio Corsaro. «Quattro donne diverse, di nome Maria si legge nelle note di regia -, e un attore, da solo, a interpretarle.

I quattro atti unici sono uno dei vertici dell’opera drammatica di Ruccello, rappresentante di quella generazione del “nuovo teatro napoletano” che ha aspirato ardentemente alla creazione di una scrittura scenica, fortemente legata alla realtà, ma al tempo stesso capace di rivelare l’aspetto umoristico e ironico anche all’interno di situazioni tragiche».

Gli altri spettacoli in cartellone sono: “Arto fantasma” (6 aprile), scritto e diretto da Michelangelo Maria Zanghì, che lo interpreta insieme con Gerri Cucinotta e Nunzia Lo Presti; “La felicità” (13 aprile), regia di Nicola Alberto Orofino, con Roberta Amato, Giorgio Boscarino e Luana Toscano; “Il nostro amore schifo” (4 maggio) di e con Francesco D’Amore e Luciana Maniaci; “Comu veni Ferrazzano” (18 maggio), di e con Giuseppe Provinzano, tratto dall’opera di Giuseppe Pitrè; “Antigone, il sogno della farfalla” (8 giugno) di Donatella Venuti, con Maria Milasi e Americo Melchionda, che è anche il regista.

“Teatri di Naso” si avvale dell’organizzazione dell’associazione “Castello di Sancio Panza”, del sostegno di Latitudini.

Ancora una volta il teatro non tradisce la sua funzione primaria, ossia quella di mettere in scena tutte le nostre fragilità affinché sia più facile comprendere sé stessi e gli altri.

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