Il poeta è testimone del suo tempo. Lo sa bene Emanuele Cilenti, autore del volume Un filo d’erba che solletica il cielo, una silloge frammista di componimenti poetici e racconti che illustrano al lettore le brutture del mondo in cui vive, offrendogli sempre le “chiavi”, per cambiare il mondo circostante attraverso la redenzione di se stesso.
Sì, perché se il Paradiso Terrestre, che ci era stato donato per vivere in armonia con l’Universo, è diventato quel mondo sporco e brutto che tutti conosciamo è colpa dell’uomo, che ha anteposto la sete di potere e la brama di possesso alla Ricerca della Bellezza.
Ogni componimento di Cilenti è sempre alla costante ricerca della bellezza. Essa è in ogni cosa; nel bruco che diventa farfalla, nella goccia di rugiada che bagna la fogliolina nelle prime ore di ogni nuovo giorno, nei palpiti che animano il primo amore
“Chi guarda in alto comincia a vivere.”
Cilenti fa sua questa massima vivendo pienamente le proprie emozioni, lasciandosi travolgere da esse e portando con sé in questo turbinio di suggestioni il lettore, che a sua volta si lascia cadere nell’Universo poetico dell’autore. Attraverso il confronto con lui cerca nuova linfa vitale per attingere alla fonte della Bellezza. L’uomo, per l’autore, è l’arcobaleno dipinto da Dio. È Dio che ci ha dipinti così diversi ma così preziosi tutti opere d’arte con la gioia immensa di essere esposti nella stessa galleria d’arte che è la vita.
E allora se il lettore si riconosce in queste parole la sua unica scelta non può essere altro che cercare di essere, ogni giorno, degno e fiero di essere parte di questo grandioso Progetto Divino.