Comincia oggi, 2 agosto, l’ultima settimana della prima parte del Cortile Teatro Festival, edizione del decennale. In scena la pièce dal titolo di “Omu a mare – Il cuntu delle Sirene”, scritto, diretto e interpretato da Gaspare Balsamo. Due le repliche (2 e 3 agosto) nel Cortile Calapaj – D’Alcontres. Lo spettacolo fa parte del dittico “Horcynus”, progetto che nasce e si sviluppa a partire dalla riscrittura di alcune parti del romanzo di Stefano D’Arrigo, “Horcynus Orca”. Protagonisti sono sempre i pescatori e gli uomini di mare dello Stretto di Messina. Una comunità di uomini e donne viene raccontata nel loro complesso e plurale mondo di significati e appartenenze.
In “Omu a mari”, l’attenzione è focalizzata sul rapporto di formazione che si viene a creare tra il vecchio raccamatore di reti da pesca e cuntista di sirene e i giovani ragazzi che si accingono a intraprendere la vita di mare. «Mare costacosta casacasa regno delle sirene, vere e immaginarie – spiega Balsamo -, che contribuiranno alla crescita e alla formazione di questi giovani pescatori pronti a trafficare nuove e vecchie avventure nelle acque dello “scill’e cariddi”, fatto e disfatto a ogni colpo di remo, dentro, più dentro dove il mare è mare». Balsamo è uno dei più famosi “cuntisti” siciliani e – insieme con Cuticchio, Pirrotta e Incudine – è fra i protagonisti del film di Giovanna Taviani “Cuntami. Storie di canto magico”, che sarà presentato il 2 settembre alla Mostra cinematografica di Venezia.
Il 5 agosto, presso l’Area Iris, andrà in scena uno spettacolo di estrema attualità, nonostante sia ispirato a fatti – tragici – di vent’anni fa. “GiOtto. Studio per una tragedia”, di e con Giuseppe Provinzano si ispira alle atrocità nella caserma Bolzaneto e più in generale a quelle giornate che hanno insanguinato Genova. «Nel luglio del 2001 – dice l’autore-attore palermitano – si sono consumati eventi di una tragicità epocale, tali da riuscire ad annoverare Genova alla stessa stregua di grandi città palcoscenico di tragedie. Penso a una Genova che come Tebe, come Troia, possa diventare il luogo di una storia che resti nella memoria, luogo del mito e della sua tragedia».
Infine il 9 agosto (Cortile Calapaj – D’Alcontres) Cristiana Minasi sarà protagonista di “Conferenza tragicheffimera sullo stato dell’Arte”, di cui è anche autrice. «Una non più giovane donna, iscritta da anni all’ufficio collocamento, riceve in omaggio dall’ente teatrale del comune di appartenenza un paio di ali molto ben confezionate con annessa rinnovata carta d’identità, intestata a nome della stessa con, alla voce professione, il titolo di attrice. Il dono/riconoscimento rientra nelle operazioni di dismissione del teatro e dell’attigua costumeria a fini di mutazione dell’edificio medesimo in supermercato». Una storia simbolica per raccontare come il Teatro sia spesso trascurato, se non addirittura vilipeso. Collaborazione straordinaria di Laura Benvenga (violoncellista) e Manuela Caruso (pittrice).
Dal 30 luglio è in corso il secondo laboratorio – a iscrizione gratuita – del Festival. Condotto da Gianluca Cesale, si intitola “Teatro senza fine, progetto voci” e continuerà fino al 7 agosto. «Andrà tutto bene – dice Cesale -. Abbiamo smesso di ripetercelo, perché ci sembrano ormai solo parole vuote. L’unica cosa che ci resta è improvvisare».
Da ricordare anche che continua l’attività, intensa e creativa, dell’Osservatorio critico, curato da Quasi Anonima Produzioni di Auretta Sterrantino e diretto da Vincenza Di Vita. Molti giovani seguono e raccontano tutti gli spettacoli della manifestazione, facendoci capire come quelli della loro età colgono i “segnali di vita” lanciati da un festival teatrale.
Si chiude così la prima parte di un festival che spettacolo dopo spettacolo non ha mai smesso di regalare preziose emozioni.