Sabato scorso, nell’accogliente Giardino del Museo Epicentro di Gala, si è svolta la presentazione del volume “Così vi racconto Nino Abbate” a cura di Patrizia Zangla per Edizioni Epicentro.
In una veste insolita Patrizia Zangla, storica e saggista, ha fatto gli onori di casa. “Ho voluto omaggiare questo territorio, solitamente noto per fatti di cronaca nera, attraverso una sua eccellenza”, così in apertura la professoressa che ha voluto raccontare la vita e l’arte dello scultore Nino Abbate per contribuire a far conoscere la valenza artistica del Museo di Gala. “Luogo di arte e bellezza, luogo d’incontro che attraversa terre, mare e confini, nato da una genialata che vede il genio creativo farsi promotore di opera d’arte originali come i pezzi unici che custodisce Epicentro”. “Così -ha proseguito la Zangla-una mattonella da manufatto edile è diventata arte”. La Zangla ha spiegato di aver seguito il filo rouge dettato dalla storia, la personale di Abbate attraverso la macrostoria. Ha raccontato come nel tempo la collezione si sia arricchita diventando un catalogo delle principali correnti artistiche contemporanee. Oggi il Museo custodisce 1200 opere di cm. 30×30 realizzate su mattonelle dei maggiori artisti internazionali, che rappresentano la Storia dell’Arte Contemporanea dal movimento Corrente alle ultime tendenze. Opere di grandi artisti come Pomodoro, Sughi, Accardi, Borgonzoni, Treccani Guccione, Bonalumi, Dorfles, Cascella, Nagasawa, Alamaro, Aymonino, Avanessian, esponente della cultura astratta informale, allievo di Giulio Carlo Argan, solo per citarne alcuni. Molti di questi artisti vantano la partecipazione alle Biennali Internazionali di Arte di Venezia e di San Paolo del Brasile, fra questi Emilio Isgrò di cui la storica ha tratteggiato un significativo profilo. Ha ricordato Quelli della Scocca, gruppo di amici che s’incontrava nel retrobottega della Libreria dell’Ospe di Antonio Saitta in Piazza Cairoli a Messina per conversare. Gruppo -ha spiegato la Zangla- di cui facevano parte il rettore dell’Università dello Stretto, Salvatore Pugliatti, il poeta Vann’Antò, Vincenzo Palumbo, Antonio Bonfiglio, Nino Pino Balotta e il pittore Nino Leotti e durante i loro soggiorni siculi Quasimodo, Migneco, Joppolo e Guttuso. Una menzione particolare ha dedicato alla vita avventurosa dell’onorevole Balotta attraverso note storiche del Ventennio fascista.
Ogni passaggio della relazione è stato scandito da accurati riferimenti storici, allietato da episodi di vita e da aneddoti del mondo artistico del periodo. Periodo raccontato anche attraverso le fotografie – una sezione del Museo è dedicata alle fotografie donate ad Epicentro- fra queste quella di Scianna e della palermitana Letizia Battaglia, fotoreporter internazionale molto apprezzata dalla Zangla per il contributo alla Storia della mafia. Nella sua narrazione, la docente ha colto l’intenso legame di Nino Abbate a Salva Mostaccio che ha definito “poetessa e artista sensibile, musa ispiratrice e sua compagna di vita e di arte”. Il rapporto dello scultore con la Sicilia è stato l’ultimo tema della prolusione. La Zangla ha evidenziato come l’isola abbia “un’identità figlia di plurime dominazioni e di influenze culturali che non si sono fuse ma sovrapposte determinandone la peculiare connotazione dei siciliani”, e leggendo passi di storici e letterati ha messo in risalto “l’atavico fatalismo misto ad apatia che contraddistingue questa terra, tanto bella e tanto amara, sempre in attesa del nulla, come dice il Principe di Salina nel Gattopardo di Lampedusa”. Andrea Cristelli, Direttore del Museo Epicentro, ha esordito segnalando “l’intensa emozione di Nino Abbate” e ha manifestato “vivo ringraziamento all’Autrice, Professoressa Patrizia Zangla, per aver dedicato, con la sua esclusiva cifra linguistica e magistrale capacità di sintesi, l’attenzione che merita il genio creativo di Abbate”. Ha quindi ringraziato Giuseppe Rando -docente universitario e critico letterario- che ha manifestato il suo stupore per l’alta valenza artistica del Museo Epicentro e la ricchezza contenutistica della relazione della Zangla. Al termine della serata, Abbate e Salva Mostaccio hanno voluto omaggiare la docente ciascuno a modo proprio. Salva dedicandole versi a lei dedicati e Nino donandole una scultura, una mattonella su cui si erge uno scrigno con una sirena al cui interno è racchiusa una pietra di ossidiana. Fra i presenti della splendida serata: Carmelo Maimone, l’Arch. Marcello Crinò, l’Ammiraglio Giacomo Le Grottaglie presidente del Rotary Milazzo, la poetessa Maria Morganti Privitera e la pittrice Loredana Aimi. Il ricavato dell’acquisto del volume sarà destinato alla cura del Museo.
Ancora una volta la Città del Longano si gonfia d’orgoglio di fronte al successo dei suoi figli.