Il Cortile Teatro Festival rende omaggio a Vincent Van Gogh

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Un’intensa settimana di emozioni:  è questa la promessa che il Cortile Teatro Festival, diretto da Roberto Zorn Bonaventura,  rinnova di spettacolo in spettacolo, al suo pubblico. In programma,   tre appuntamenti, di cui due dedicati a Vincent Van Gogh.

Particolarmente atteso è “Le lettere a Theo” nel libero adattamento di Blas Roca Rey (accompagnato ai flauti dal maestro Luciano Tristaino), in scena nel Cortile Calapaj – D’Alcontres domani e dopodomani.

Le lettere a Theo” sarà preceduto da una serata speciale di danza e di cinema, sempre dedicata a Van Gogh, in programma stasera nell’Area Iris. La compagnia DanzArte presenterà una performance di Gaia Gemelli (con le luci di Stefano Barbagallo), intitolata “Di Segni”, basata sul kintsugi, la pratica giapponese che utilizza l’oro per la riparazione degli oggetti in ceramica. «Ogni pezzo riparato – dice Gemelli – diventa unico grazie alla causalità con cui la ceramica può rompersi e per decorazioni che si formano tra le crepe. Attorno a questo abbiamo scelto di danzare». Da ricordare che Van Gogh fu uno dei primissimi artisti occidentali a rimanere affascinato dalla pittura giapponese.

A seguire sarà proiettato il film “Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità” di Julian Schnabel, interpretato da Willem Dafoe, che racconta gli ultimi e tormentati anni dell’artista, dalla burrascosa amicizia con Gauguin al colpo di pistola (non tutti credono che sia stato un suicidio) che lo uccise a soli 37 anni.

Nello spettacolo di Blas Roca Rey, in scena domani e dopodomani,  affiora il mondo fantastico, tenero e disperato, raccontato nelle tante lettere che Vincent scrisse all’adorato fratello Theo, gallerista, che si occupò di lui tutta la vita e che credeva nella sua arte, non riconosciuta dai contemporanei. «Un’energia vitale pazzesca, quasi indomabile. La consapevolezza, a volte straziante, di essere diverso dagli altri. In tutto. Nel vivere, nei rapporti umani ma soprattutto nell’arte. L’uso dei colori, faticosamente raggiunto in anni e anni di studi e schizzi. La volontà, testarda, ostinata, di reinventare la realtà, di ridarcela attraverso la lente fantastica dei suoi occhi. Il non rassegnarsi alla totale indifferenza del mondo verso i suoi quadri, il ripartire mille e mille volte ancora verso un futuro che sperava, prima o poi, si sarebbe accorto di lui. Nonostante la miseria, gli stenti, la mancanza di cibo. E infine, la sua lenta e inesorabile discesa verso la pazzia, che lo trascinò negli ultimi anni in piccoli manicomi di paese dove, spesso volontariamente, si rifugiava. Una vita. Un artista. I suoi meravigliosi fuochi d’artificio che, piano piano, lo arsero vivo».

Si continua venerdì 3 settembre ancora nell’Area Iris, con il Teatro Argentum Potabile di Catania con “Storia nuova. Tutta da scrivere”, scritto e diretto da Steve Cable e interpretato da Antonella Caldarella e Valeria Contadino. Si tratta di un testo originale che crea una rappresentazione scenica – una delle tante possibili – della situazione attuale. «Tre ore (dalle due alle cinque del mattino) – spiega l’autore – condensate in un’ora scenica, una recitazione naturalistica e un testo in cui un continuo alternarsi tra comicità e riflessione garantisce leggerezza e scorrevolezza alla storia di due amiche le quali – con un’auto-ironia spietata come scudo – affrontano insieme un presente sospeso, un mondo trasformato, una notte insonne che diventa – tra una risata e l’altra – un piccolo, intimo processo condiviso di confessione, accettazione, trasformazione».

E allora prepariamoci ad accogliere quella grande risacca di emozioni che solo il teatro sa donare.

 

 

 

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