Dopo il successo del singolo “Julie Cooper”, Rosaspina torna a far parlare di sé e ad emozionare gli ascoltatori con il suo nuovo brano intitolato “Re di Picche”. Una canzone, questa, che parla dell’importanza d’imparare ad amare in primis se stessi. E in occasione di questo nuovo lavoro discografico Giulia Quaranta Provenzano lo ha intervistato.
Ciao Rosaspina, provi a descrivere il te del passato e quello attuale rispettivamente con tre aggettivi ciascuno?
“Non si parla delle persone che non sono presenti; Rosaspina è misterioso, ambizioso, sensibile e mille altre cose”.
So che tu già da bambino eri soggetto alla sinestesia, ebbene quale sapore ti evoca il nome Rosaspina?
“Un sapore al contempo dolce ed aspro”.
Come mai hai scelto proprio il nome d’arte Rosaspina?
“Perché volevo un nome che rappresentasse due poli opposti e la rosa è un esempio super calzante a partire dalla sensibilità e fragilità della sua corolla, chiudendo con le spine che sono invece molto più forti al punto da prendersi cura dei delicatissimi petali”.
Vi è qualcosa che vorresti rivelare ai nostri lettori che, magari, non hai mai avuto occasione o stimolo per condividere prima con alcuno?
“Odio il formaggio”.
Cosa rappresenta e qual è, per quello che ti riguarda, il potere e il pregio della musica in generale e del tuo fare musica in particolare?
“Curare le ferite fino a diventare una medicina e riuscire a far viaggiare le persone senza far pagare il biglietto dell’aereo”.
Quando ascolti e/o guardi un altro artista, cosa suscita il tuo interesse e cosa colpisce favorevolmente la tua sensibilità?
“Non penso che sia qualcosa che si possa spiegare, penso piuttosto che si tratti sempre di alchimia e chimica …ma credo anche che, alla base, quello che leghi un cantante ai suoi ascoltatori e viceversa sia un senso di appartenenza derivato da un qualcosa in comune”.
Venerdì 19 novembre è uscito il tuo nuovo singolo intitolato “Re di Picche” [https://youtu.be/w45VkgVGQlA]: con quale proposito e mosso da quale esigenza interiore hai dato alla luce questa canzone?
“Trasmettere un messaggio ben preciso e cioè <<Mettete sempre voi stessi al primo posto, che tante molto spesso le persone sono passeggere e nella vostra vita non avranno parti importanti ma saranno solo delle brevi comparsate”.
Da cosa è stata ispirata la scelta del titolo “Re di picche” per questo tuo brano inedito?
“Lo faccio dire a voi dopo che avrete ascoltato la canzone”.
Hai affermato più volte di aver avuto, sino ad oggi, frequentazioni sempre e solo con “casi umani” ovvero con quale tipo di persone nello specifico? E da cosa pensi sia dipeso ciò?
“Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, alla base saranno state anche delle brave persone e non sputo nel piatto in cui ho mangiato, ma i fatti parlano da soli – non c’è bisogno di aggiungere altre parole…”.
Qual è, nel tuo quotidiano ed artisticamente, il valore e la funzione dei ricordi?
“I ricordi sono bellissimi però sanno anche ferire. Direi che sono una fantastica arma a doppio taglio, ma almeno poi resta qualcosa”.
Hai spesso sottolineato altresì che, per quello che ti concerne, una relazione tra partner deve essere un qualcosa di semplice. Tu credi dunque che ognuno ami il suo simile, oppure che gli opposti si attraggano?
“Gli opposti si attraggono e chi si assomiglia si piglia”.
Hai dichiarato in diverse interviste che non ti sei mai innamorato, ossia non hai mai desiderato davvero una qualche persona (per quanto probabilmente ci sia stato chi ti ha incuriosito mentalmente ed attratto esteticamente)?
“Certo, è successo ma penso che da parte mia ci fosse più che altro un immenso bene misto – maybe! – ad un po’ d’abitudine… non mi sono mai saputo dire con certezza se fossi innamorato o no”.
Come te lo immagini, dacché non lo hai mai vissuto, l’innamoramento e come l’amore?
“Come il primo concerto sold out a San Siro”.
Qual è, dal tuo punto di vista, il fascino dell’esistenza e in cosa senti invece consistere la sua drammaticità?
“La vita è come un giro sulle montagne russe: a volte si sale e a volte si scende, ma alla fine siamo sempre di nuovo in fila per il secondo giro quindi direi che significa che ci siamo divertiti”.
In questo nostro umano cercare la cosiddetta “isola del tesoro”, la felicità come la dipingeresti?
“Come un dipinto molto astratto”.
Infine quali le tue priorità e quali i tuoi prossimi progetti a breve e a più lungo termine?
“La musica è la mia priorità, posso star solo ma non senza musica”.