C’è una magia che accomuna tutte le discipline artistiche dalla scrittura alla pittura, al teatro, al cinema, alla fotografia ed è quella di portare tutti coloro che ne vengono a contatto oltre i confini che solitamente queste delimitano. E’ questo il caso di Elisabetta Pandolfino, giovane fotografa messinese che sta rapidamente acquistando popolarità grazie alla scoperta dello scatto mentale, una nuova tecnica artistica che tramite l’obiettivo della macchina fotografica riesce a “disegnare”, come se si avesse in mano una matita.
. “Con la macchina fotografica nelle mani, sfruttando una qualsiasi fonte luminosa, scrivo e disegno. Non esiste nella fotografia, per questo è una nuova forma d’arte. Esiste il light painting, che molti confondono, ma non è la stessa cosa.
Il light painting, infatti, prevede lo spostamento della sorgente luminosa durante lo scatto di una fotografia, ma in questo caso la luce è ferma perché sono le mani dell’artista che ha in pugno la macchina fotografica che sono in movimento. Ci vuole molta concentrazione e la memoria è di fondamentale importanza in quanto il tutto deve rientrare in un unico fotogramma e senza vedere nulla perché in posa B, come sappiamo tutti, la tendina si abbassa e si apre l’otturatore della macchina”.
Lo scatto mentale di Elisabetta Paldolfino nasce in una sera d’estate del 2015 mentre la giovane osservava la luna, assorta nei suoi pensieri.
Una scoperta sensazionale se si pensa agli innumerevoli modi in cui lo scatto mentale può trovare applicazione rivoluzionando l’intero panorama fotografico e dando forma e corpo alla possibilità concreta di poter scrivere alla luna.