E se la storia di Macbeth non fosse quella che conosciamo? Se tutti gli eventi che lo vedono protagonista fossero invenzioni della sua mente? Se tutti i personaggi, tutti gli accadimenti, tutto il sangue versato esistessero solo per lui?
Cresce l’attesa per Lady MacBeth, la nuova versione dell’opera shakespeariana che sabato gli Esoscheletri di Sasà Neri, porteranno in scena al Teatro della Luna Obliqua alle ore 17.30, alle ore 19.30 e alle ore 21.30.
In questa versione di “Lady Macbeth” per ogni performer l’interpretazione del ruolo è anche la rappresentazione di un sintomo o di una speciale condizione psicologica. Giacomo Cimino è Macbeth e rappresenta la dissociazione, le interpreti di Lady Macbeth sono Anna Curcuruto (innocenza), Alice Ingegneri (colpa), Martina La Rosa (assenza), Marea Mammano (anomia), Ninetta Napoli (paura). Con loro Marco Blandina (Duncan, delirio), Marina Cacciola (Strega, ambizione), Rosario Cipriano (Banquo, allucinazione), Maria Ferlazzo (Lady Macduff, ottundimento), Elisa Messina (Lady Macduff\Strega, sconnessione), Eleonora Mondello (Strega, panico), Viviana Romano (Ecate, intrusività), Simone Siclari (Macduff; nemesi). La conclusione della performance coincide con il ritorno alla realtà di Macbeth e di tutti coloro che lo hanno seguito.
Tra le suggestioni dello spettacolo diverse canzoni dal vivo. Da “What a wonderful world” di Luis Armstrong al metal folk “Dessumiis Luge” di Eluveitie, da “Nel naufrafgio” degli Io?Drama, ai due brani scritti e composti dalla performer e cantautrice Anna Curcuruto, “Indifesa” e l’inedita “I feel broken”, qui arrangiata per coro da Giulio Decembrini.
Con regia e drammaturgia di Sasà Neri, “Lady Macbeth” vede nel dietro le quinte Arianna Cama e Caterina Pastura all’aiutoregia, Domenico e Aurora Ciranni alle riprese video, al desk l’ingegnere del suono Simone Lo Presti, Giulio Decembrini agli arrangiamenti e direzione del coro, Giusy Ruggeri amministratrice di compagnia.
L’allestimento è stato realizzato attraverso un percorso di prove aperte a invito nato nell’ambito dell’accordo triennale con il DAMS dell’Università di Messina per lo sviluppo partecipato del format “Esoscheletri” e il supporto alla scena sperimentale.
EsosTheatre è teatro di ricerca basato sul format ideato da Sasà Neri. In EsosTheatre diminuisce sino ad azzerarsi la distanza tra palcoscenico e platea; la regia tende a smaterializzarsi; scenografie e costumi vengono sostituiti da oggetti d’uso quotidiano e maschere create dai performer; l’intero percorso artistico si basa sulla relazione tra gli artisti e con gli spettatori.
EsosTheatre è stato citato nel Libro dell’anno 2017 della Treccani; è stato argomento di diverse tesi di laurea; è stato definito, tra l’altro, “teatro totale” (Carlo Vulpio – Il Corriere della Sera), “teatro del presente, del passato e del futuro” (Mosè Previti – Lalleru Art World), “teatro che offre la possibilità di rovesciare stereotipi, di scardinare pregiudizi che avvelenano le relazioni per entrare nell’Uomo” (Martha Michelini – Rai Vaticano), “occasione per riagganciare la vita nella sua forma più bella ed espressiva, quella dell’arte” (Enzo Cappucci – Rai News 24).
Lo slogan di EsosTheatre è: noi siamo il tuo racconto. La frase chiave è: non si va a vedere una performance di EsoTheathre, si va a viverla!
Con queste premesse non ci resta che attendere il debutto che da sempre di uno spettacolo che da sempre abbiamo applaudito, ma che da sabato potremo vivere in tutta la sua totalità.