Sabato scorso nell’incantevole scenario del Museo Epicentro si è avuto un importante momento di riflessione. Protagonista il mecenate Antonio Presti, il quale si è espresso sulla crisi dei valori della società contemporanea e sulla necessità di rifondare la società attraverso i canoni della Bellezza. Grande emozione dei fondatori di Epicentro, Nino Abbate e Salva Mostaccio, per la consegna del “Premio Trinacria Circolare” e per l’“Impronta d’Autore” che Antonio Presti ha voluto personalizzare incidendo, al posto dell’impronta della mano, il segno dell’infinito, augurando un’infinità di Conoscenza e Bellezza.
Il pomeriggio di cultura è iniziato con la visita al laboratorio Epicentro, centro di documentazione del Museo Epicentro e al Giardino di Salva, luogo in cui Antonio Presti si è immerso totalmente, portando a conclusione il percorso circolare e riflettendo su possibili progetti artistici di nuova qualificazione artistica contemporanea e nuova promozione nel segno delle luci e dell’acqua, ritenuta l’essenza principale dell’opera da valorizzare ulteriormente.
Il mecenate, l’artista, il filosofo della Bellezza Antonio Presti si è poi raccontato con grande generosità, bontà d’animo e ironia in un dialogo esclusivo con l’architetto Rosario Andrea Cristelli, Direttore del Museo Epicentro che, ha cercato di tratteggiare trasversalmente la figura del mecenate, dell’artista ma soprattutto di filosofo, portatore sano di pensiero positivo sulla Bellezza. Un dialogo profondo e coinvolgente che ha ammaliato il vasto pubblico che solo alla fine ha rotto il magico silenzio per elargire un lungo applauso e diversi attestati di stima per l’ospite d’onore “Premio Trinacria Circolare 2022”.
Durante il dialogo cui l’architetto Cristelli ha voluto dare, questa volta, un titolo e precisamente “Indizi della Bellezza…” con una serie di oggetti, libri e immagini che introducevano le domande che diventavano stimolo per amorevoli contributi teorici che hanno arricchito gli animi dei presenti. Come riporta il Direttore del Museo architetto Cristelli: “All’età di 29 anni Antonio Presti capisce che la strada aperta dal padre non rappresenta il suo futuro. Ha avuto la forza per rinominare il suo destino e di vincere le sue battaglie sociali, civili e legali, animate sempre dal cuore, dai sentimenti e dalla conoscenza…un bel messaggio per i più giovani, bisogna avere il coraggio di sognare, e così Antonio Presti, rivolgendosi a Gabriele, l’unico bambino presente in sala, seduto in prima fila, gli ha augurato di vivere una vita giusta, figurativamente procedendo per la sua strada, tenendo in una mano i libri e nell’altra i sogni. Come padre di quel bambino mi sento inorgoglito, mi dispiace che fosse l’unico bambino, ma qui il problema è solo dei genitori troppo distratti, per il resto sono felice di aver visto questa volta nel pubblico di Epicentro parecchi insegnanti che certamente si faranno cassa di risonanza per questo bellissimo slogan e non solo.” Si è parlato del Museo Albergo Atelier sul mare “Devozione alla Bellezza” di Castel di Tusa (ME), delle stanze degli artisti ed in particolare di Dario Bellezza e di Adele Cambria, una giornalista donna, amica di Pasolini, tanto apprezzata anche dal Direttore Cristelli che ha avuto il piacere di conoscere personalmente e che nel 1995 con Antonio Presti hanno realizzato una delle stanze più eloquenti, “La stanza del profeta, omaggio a Pier paolo Pasolini”.
Tra i tanti artisti citati nel dialogo, l’architetto Cristelli ha sollecitato approfondimenti sui tre nomi ritenuti fondamentali per la collezione di Epicentro che hanno operato anche con Antonio Presti e precisamente Mauro Staccioli “Stanza Trinacria” 1993 e la titanica “La Piramide” nel 2010, Hidetoshi Nagasawa con l’opera “Stanza di Barca d’Oro” del 1989 e con la stanza dell’ albergo Atelier sul mare “Mistero per la luna” 1990-1991 e infine su Maria Lai che ha realizzato la stanza ”Su carta di carta m’imbarco”, nel 1993. Non sono mancati momenti di leggerezza sempre volti alla riflessione come il racconto dell’esperienza di Fiumara d’Arte con il cantante Mahmood che proprio tra le opere volute da Antonio presti ha girato il videoclip “Klan” nel 2021. “Nella mia storia di mecenate, di artista o semplicemente di pazzo come molti mi hanno voluto qualificare, non avrei mai potuto prescindere dal fatto di vivere e di essere nato in Sicilia […] Fondamentalmente la Sicilia è una terra di cultura. Esiste, solo che in certi momenti l’uomo contemporaneo ha deciso di non esserci. Mi è sembrato allora doveroso riempire questo vuoto, segnare con presenze forti e imprescindibili il territorio. Da qui si spiegano anche le dimensioni delle opere di Fiumara: giganteschi guardiani del territorio, un dispiegamento di forze artistiche, non militare ma sicuramente militante. Era il caso di chiedere permessi per colmare questo vuoto? È stato invece il caso di provocare, e se necessario di fare battaglia: culturale, ma soprattutto etica. E Fiumara d’Arte è stata, ed è, questo: una provocazione. Che ha risvegliato dai torpori determinati uomini di potere che, improvvisamente, in Sicilia hanno scoperto l’abusivismo. Così Fiumara d’Arte ha rischiato di essere demolita e invece è successo un fatto nuovo: le opere e la mia cultura di uomo contemporaneo hanno cominciato ad esistere di fatto e di diritto e non per una sanatoria politica.”
Una serata, dunque, all’insegna dell’arte e della bellezza, portatori di luce in un mondo pieno di ombre.