Ferve l’attesa per l’uscita della commedia dal titolo ‘Conversazioni con altre donne’, che da giovedì 31 sbarcherà nei cinema di tutta Italia, segnando l’esordio alla regia di Filippo Conz.
Interpretato da Valentina Lodovini e Francesco Scianna, il film, tratto dell’omonimo dramma romantico statunitense con Helena Bonham Carter e Aaron Eckhart, porta sulla scena la storia di due anime gemelle che si rincontrano dopo nove anni ad una festa di matrimonio a Tropea.
Nonostante siano entrambi impegnati in una relazione si lanciano con cinica spensieratezza in una scappatella segreta che diventa presto un disperato tentativo di recuperare il tempo perduto. Un film dai dialoghi serrati e scoppiettanti che con l’adattamento italiano trova un più ampio ventaglio di emozioni – passione, ironia ed una punta di malinconia – tipico di quella commedia all’italiana apprezzata in tutto il mondo.
Tropea, la Calabria e i suoi territori sono stati luogo di scouting per tecnici, attori, comparse e maestranze del film. Più del 50% della troupe, principalmente del reparto produzione, macchinisti, scenografia, costumi, trucco, suono e fotografia di scena sono residenti in Calabria. Tutte le spese legate al territorio quali location, alberghi, noleggio auto di produzione, catering e spese generali sono state sostenute in Calabria. Un impegno da parte della produzione per sostenere e riavviare l’economia locale, particolarmente colpita in questo lungo periodo di pandemia da Covid-19. Il film ha ottenuto il patrocinio gratuito del Comune di Tropea e i contributi per l’attrazione ed il sostegno di produzione audiovisive cinematografiche nazionale e internazionale nel territorio della regione Calabria-2020. Tutto il film – per 4 settimane di preparazione e 4 di riprese – è stato infatti girato in Calabria, in particolare all’interno di Villa Paola a Tropea, con vista sul mare, valorizzando l’identità regionale e il paesaggio in tutta la sua bellezza.
Queste le premesse di un film che saprà catturare il pubblico sin dalle primissime battute, perché in fondo è una storia che appartiene a tutti noi.