Il dissidio tra Bene e Male nel romanzo Polvere di Fata di B. Poscolieri

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Tirò cocaina con la volontà di farsi del male. Come tutte le altre volte.

Poche righe, prive di orpelli letterari delineano perfettamente la vita di Chiara, protagonista del romanzo Polvere di Fata di Barbara  Poscolieri, edito da Dark Zone.

Laureanda in Medicina, la vita di Chiara è  alla deriva dopo la rottura della sua relazione con Angelo. Niente riesce più  a entusiasmarla, né  la scrittura sua amica e complice discreta nella vita di ogni giorno, né tantomeno lavorare alla tesi, finestra d’accesso al suo imminente futuro.  Ed è qui che entra in scena Simone De Nardi, bello, ricco e  dannato, proprietario del locale più in voga della città. Con lui inizia la sua discesa agli inferi.

Una storia potente e implacabile come implacabile talvolta è la vita.  Una storia priva di filtri ai quali aggrapparsi. Non esiste, infatti, rete di salvataggio né  per la protagonista, né  per il  lettore che dalla narrazione viene risucchiato, e trasportato in un mondo parallelo, anche contro il suo volere.

Ad arricchirla e completarla  un ritmo incalzante che non lascia altra scelta al lettore  se non quella di  arrivare fino in  fondo per ritrovare anche sé stesso.

Se anche nel panorama letterario, come in quello cinematografico e in quello  teatrale, esiste  la quarta parete  in questo romanzo Barbara Poscolieri l’ha irrimediabilmente abbattuta.

Non esiste emozione vissuta dalla protagonista  che non venga percepita in tutta la sua potenza anche  dal lettore.

Polvere di Fata è dunque un romanzo che, al di là della trama, implica  una  scelta.  Qualunque  sia la scelta ne segnerà il destino. E voi siete pronti a scegliere?

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